raccogliamo i soldi per le nostre attività alla festa della Liberazione, il 25 aprile di ogni anno (quest'anno sarà il quarto). Non chiediamo, né vogliamo fondi pubblici, di nessun tipo. Senza stare a discutere se sia giusto o meno che l'amministrazione finanzi eventi culturali o pseudo tali, noi non vogliamo soldi pubblici perché vogliamo essere liberi da condizionamenti esterni.
Cosa facciamo coi soldi che ci date alla festa? Finanziamo/finanziate eventi, situazioni, gruppi che ci ricordano il senso della Liberazione, della Resistenza e dell'Antifascismo. Ve lo avevamo detto che la nostra festa era una festa per antifascisti, se non ve lo ricordavate, segnatevelo.
Il comitato LAC
sostiene, parte 1
Kobane
200 euro (lo avevamo
detto nella premessa che le nostre sono briciole...)

Nel febbraio del
1999 assieme ad un compagno andai a una manifestazione di sostegno ai
curdi e a Ocalan e per far pressione sull'opinione pubblica europea
perchè intervenisse in favore di Ocalan, che aveva già abbandonato,
più o meno volontariamente, l'Italia, dopo che gli era stato negato
l'asilo politico che contava di ottenere. Avevo già capito che una
passeggiata per le vie di Roma non serviva a raddrizzare le storture
del mondo, ma vivevo ancora come un senso di colpa non esserci quando
qualcuno o qualcosa mi chiedeva di essere lì.
Il ricordo più
vivido di quella giornata fu il momento in cui scendemmo dal pullman.
Una variegata compagine della sinistra bolzanina scese dal pullman e
si diresse a passo sicuro verso un bar. Cappuccino e cornetto. I
compagni curdi mischiati a noi sgranarono gli occhi:- Ma dove cazzo
state andando?- avevano le facce dure, non incazzate, né pericolose,
indurite, come le mani, manazze usate come attrezzi da lavoro. Io
studentello imberbe, ma neanche poi tanto, fuoricorso per vocazione,
mi son fermato.
-I proletari non
fanno colazione al bar. Punto. Ecco questo è il ricordo della
giornata. Qualcosa di certo ho imparato, magari svilupperò altrove
questa riflessione.
Che ne è stato di
Ocalan, essendo il suo futuro nelle mani di D'Alema, si può
facilmente immaginare, semmai cercate in internet. Così come potete
cercare un po' di notizie sui curdi e sul Kurdistan, un popolo
osteggiato da tutti e uno stato che non esiste pur esistendo. Decenni
di lotta e di Resistenza, nel silenzio della storia e dei media, fino
a che si sono trovati davanti ai nuovi Supercattivi dell'ISIS, gente
che fa sembrare Osama Bin Laden al pari di Gargamella. Allora i curdi
sono stati la carta giusta da giocare. Non più ribelli rivoltosi da
perseguitare e incarcerare, ma alleati da armare e sostenere.
Per un chiarimento
tra Peshmerga, PKK, ruoli, alleanze e ideali politici rimando
all'analisi di Wu-ming, come al solito chiaro, documentato, rigoroso
e libero; mi pare una lettura molto interessante:
E' un articolo
pubblicato alla fine di agosto, ma l'analisi resta valida nelle sue
linee generali e può essere utile per capire qualcosa sulle forze in
gioco nell'assedio di Kobane, dove tra l'altro, con il sostegno di
Ankara, sono arrivati molti volontari curdi legati al PKK. Certo
Erdogan avrà fatto bene i suoi calcoli, tant'è.
In una zona come
quella, accerchiata da un fanatismo misogino e troglodita agisce una
Resistenza laica, socialista, femminista e legata a questioni
ambientali, espressione (una, non certo l'unica) di un popolo
oppresso e perseguitato. Parte dei nostri fondi vanno a loro. Sarebbe
bello pensare che potessero comprarci quaderni e colori per una
scuola, ma non siamo ingenui e non viviamo nel mondo colorato dei
minipony. Sosteniamo Kobane e aspettiamo, qualcuno ci porterà
notizie, tra gli altri questo ragazzo qui:
Ecco, così iniziamo
a spiegare dove vanno i nostri/vostri soldi, raccolti in un momento
di festa.
P.S.: tanto per
dire: Ocalan si espulse dall'Italia il 16 gennaio 1999. Il 15
febbraio fu catturato a Nairobi dai servizi segreti turchi e
nell'aprile del 1999 fu condannato a morte. Nell'ottobre del 1999 il
Tribunale di Roma gli concede l'asilo politico. La condanna a morte
non è stata eseguita (la Turchia vuol pur entrare nell'Unione
Europea...) e Ocalan resta ad oggi prigioniero nel carcere di massima
sicurezza sull'isola di Imrali.
cb
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