martedì 7 aprile 2015

Canta che ti passa

70 anni e non sentirli. Ma non nel senso buono. Son passati 70 anni dalla Liberazione eppure il fascismo, i fascismi, sono ancora terribilmente presenti nel nostro quotidiano, senza nemmeno la necessità di nascondersi. Da subito, in effetti; è stata una Liberazione a metà, forse a tre quarti, ma intera no.
Non sarà certo un coro a riempire i vuoti, né una festa, né cento, ma sono un inizio. Un modo per sentirsi meno soli, per farsi coraggio  in questa battaglia che è fatta anche di piccole cose, di tutti i santi giorni.
Quindi cantiamo, che forse per un giorno ci passa. Cantiamo Il Partigiano (Il Bersagliere ha cento penne),  nella versione dei CSI. Questo il testo, facile facile:

il bersagliere ha cento penne 
e  l'alpino ne ha una sola, 
il partigiano ne ha nessuna 
e sta sui monti a guerreggiar.
Lassù sui  monti vien giù la neve,
la tormenta dell'inverno,
ma se venisse anche l'inferno,
il partigiano rimane là.
Quando poi ferito cade
non piangetelo dentro al cuore
perché se libero un uomo muore
non gli importa di morire.

Questi i due bellissimi cori del 2012 e 2013:

https://www.youtube.com/watch?v=8_2C3jg_m14
https://www.youtube.com/watch?v=0L1pH44W_Rw

L'anno scorso è andata buca. Dove diavolo eravate tutti???
Quest'anno ci riproviamo, speriamo in tanti, musici, coristi e stonati di ogni genere ed età.

Appuntamento sabato 18/04 alle  11.00 su ponte Talvera dalla parte del mercato. Venghino signori!

martedì 3 febbraio 2015

Il comitato LAC sostiene, parte 3

Il Manifesto 100 euro




Le ragioni per sostenere Il Manifesto sono di cuore, di pancia e di cervello. Sosteniamo Il Manifesto perché lo facciamo da sempre, da prima di essere il Comitato LAC.

Lo sostenevamo quando al bar, studenti squattrinati, facevamo la colletta per comprare il numero da 50.000 lire, se no Il Manifesto chiude. Lo sosteniamo perché in quella piccola scritta che dice Quotidiano comunista sopravvivono parte di quei valori e di quel patrimonio umano, politico e relazionale che erano propri della Sinistra italiana, patrimonio che è stato sperperato, gettato, calpestato e infine insultato da una lunga sequela di miserabili che mi rifiuto finanche di nominare. 
Lo sosteniamo perché quando eravamo pischelli, Il Manifesto era una boccata d'aria libera, un baluardo davanti al berlusconismo che avanzava,
asfaltando il dissenso e il pensiero libero. Lo sosteniamo per le sue prime pagine, che ti regalano un sorriso, prima della lucida analisi.